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Träfflista för sökning "db:Swepub ;conttype:(scientificother);spr:ita;srt2:(2010-2018)"

Sökning: db:Swepub > Övrigt vetenskapligt/konstnärligt > Italienska > (2010-2018)

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NumreringReferensOmslagsbildHitta
1.
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2.
  • Al Khabour, Anas, 1976 (författare)
  • Il ruolo della Legge sulle Antichità Siriane per la protezione del patrimonio culturale fino allo scoppio della guerra civile in Siria nel 2011 : The role of the Syrian Antiquities Law in protecting Syrian cultural heritage until the outbreak of the Syrian civil war 2011
  • 2018
  • Ingår i: Astarté. Estudios del Oriente Próximo y el Mediterráneo. - 2659-3998. ; :1, s. 1-13
  • Tidskriftsartikel (övrigt vetenskapligt/konstnärligt)abstract
    • How cultural heritage in Syria was treated before the establishment of the Syrian Antiquities Law 1963 and how it was considered after? This paper attempts to answer this question starting with the Ottoman Empire period and going through the French mandate in Syria until the establishment of the Antiquities Law in 1963 with all its amendments 1999 ending by the deliberate destruction of heritage after the beginning of the civil war in March 2011. I aim to reflect my own previous experience as director of the National Museum of Raqqa 2003-2008 and Head of its Department of Antiquities and Museums. With parallel to the antiquities law, existed series of commissions and competent authorities that could, within the scope of lake of economic and human resources, protect the heritage in a satisfactory way. Cultural heritage has been considered as part of the nation’s identity and have passed different stages of conservation in sometimes or depredation in others, depending on the political scene. But in general, local laws and regulations in Syria served in attempt to control all activities related to heritage; exportation, excavation, research, preservation, display and diffusion. Come è stato gestito il patrimonio culturale siriano prima che fosse emanata la Legge sulle Antichità Siriane nel 1963? E come è stato considerato da quel momento in poi? Questo documento rappresenta il tentativo di rispondere a tale quesito, partendo dal periodo dell’Impero Ottomano, percorrendo poi gli anni del Mandato Francese in Siria fino all’emanazione della Legge sulle Antichità nel 1963 con tutti i suoi relativi emendamenti del 1999, per terminare infine con la deliberata distruzione del patrimonio culturale che ha fatto seguito all’inizio della guerra civile nel marzo 2011. Il mio proposito è quello di riferire la mia esperienza in qualità di Direttore del Museo Nazionale di Raqqa 2003-2008 e come Dirigente del Dipartimento delle Antichità e dei Musei. In parallelo alla Legge sulle Antichità esistevano una serie di commissioni ed enti competenti che erano in grado di proteggere il patrimonio culturale in maniera soddisfacente pur mancando le risorse umane ed economiche. Il patrimonio culturale è stato sempre considerato parte dell’identità nazionale ed è passato attraverso stadi di conservazione o depredazione, a seconda della scena politica, ma in generale le leggi e le regolamentazioni locali in Siria hanno avuto la funzione di controllare tutte le attività relative al patrimonio culturale: esportazione, rinvenimento, ricerca, preservazione, mostra e diffusione.
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3.
  • Allodi Westling, Mara, 1959- (författare)
  • Stoccolma: dove la questione dei bambini non è solo una questione privata
  • 2011
  • Ingår i: Infanzia. - Bologna : Universitá di Bologna /Perdisa Editore. - 0390-2420. ; :5, s. 371-372
  • Tidskriftsartikel (övrigt vetenskapligt/konstnärligt)abstract
    • In Svezia, ancor oggi, persiste un sistema di Welfare che dedica molte risorse alle politiche per l'infanzia e al sostegno delle famiglie. Ció si traduce sia sul piano politico, sia su quello della produzione culturale, consolidando un diffuso atteggiamento di tutela e cura dei minori, ampiamente dimostrato nella dimensione quotidiana.
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4.
  • Allodi Westling, Mara, 1959- (författare)
  • Temi emergenti negli incontri tra genitori e personale nel contesto educativo svedese
  • 2011
  • Ingår i: Educazione familiare e servizi per l'infanzia. - Firenze (Italia) : Firenze University Press. - 9788866550280 - 9788866550327 ; , s. 237-242
  • Konferensbidrag (övrigt vetenskapligt/konstnärligt)abstract
    • In questo testo vengono presentate riflessioni sui rapporti tra genitori ed educatori e sui programmi di prevenzione per genitori, sulla base di studi condotti personalmente, di studi di colleghi e su sintesi e ricerche compiute da enti nazionali svedesi, valutazioni di ricerche e rapporti di commissioni parlamentari
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5.
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6.
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7.
  • Armiero, Marco, 1966- (författare)
  • Dal mondo all'Italia : Andata e ritorno
  • 2015
  • Ingår i: Ambientalismi. - Torino : Linaria. - 9788890701788 ; , s. 229-239
  • Bokkapitel (övrigt vetenskapligt/konstnärligt)
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8.
  • Armiero, Marco (författare)
  • Fronitere. passaggi sulle Alpi.
  • 2017
  • Ingår i: Ambientare. idee, saperi, pratiche. - Milano : Edizioni Franco Angeli. - 9788891760715 ; , s. 17-23
  • Bokkapitel (övrigt vetenskapligt/konstnärligt)
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9.
  • Armiero, Marco, 1966- (författare)
  • Ribelli : Naturalmente
  • 2015
  • Ingår i: La contestazione ecologica. Storia, cronache e narrazioni. - Napoli : La scuola di Pitagora. - 9788865424131 ; , s. 9-30
  • Bokkapitel (övrigt vetenskapligt/konstnärligt)
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10.
  • Audissino, Emilio, Senior Lecturer, 1981- (författare)
  • Il cinema è la morte al lavoro [Cinema Is Death at Work]
  • 2013
  • Ingår i: International conference 'Immagini della morte' [Images of Death], University of Pisa, Italy, 19 April 2013.
  • Konferensbidrag (övrigt vetenskapligt/konstnärligt)abstract
    • In seguito alla presentazione pubblica del Cinematograph dei fratelli Lumière nel 1895, alcuni testimoni commentarono entusiasti: “Ora la morte non è più invincibile.” Il cinema permette di ampliare l'orizzonte temporale dell'uomo immortalandone l'immagine in movimento, conservando così una parte di lui oltre la morte fisica. Uno dei principi fondanti dell'estetica/ontologia del cinema di André Bazin è il “complesso della mummia”, cioè l'aspirazione del cinema di “mummificare” la realtà e conservarla, aspirazione che sarebbe alla base di ogni arte – statuaria, ritrattistica, fotografia, etc... – senza però aver mai raggiunto la completezza del cinema, la cui conquista è la mummificazione del movimento. Tuttavia ogni superamento da parte dell'uomo dei suoi limiti, nasconde in sé il “Rischio di Icaro”: la constatazione della fragilità umana, il memento mori. Nello stesso momento in cui il cinema cristallizza un luogo o una persona per preservarne l'immagine, quell'immagine diventa la testimonianza del passare del tempo. Negli anni successivi, confrontando quell'immagine con il luogo reale in esso ritratto, sarà possibile vedere i cambiamenti architettonici, urbanistici, toponomastici apportati dal corso inarrestabile della Storia. Più importante, l'immagine cinematografica di una persona diventa uno specchio impietoso in cui la persona reale può constatare il proprio progressivo processo di invecchiamento. Il cinema preserva sì l'immagine oltre i confini esistenziali di chi è stato ripreso, ma quella immagine è un fantasma senza vita e immutabile che, di fronte al passare del tempo e all'invecchiamento del vero uomo in carne ed ossa, non fa che ricordargli come la morte stia inesorabilmente lavorando su di lui. È celebre la definizione attribuita a Jean Cocteau: “Il cinema è la Morte al lavoro sugli attori.” Ogni singolo film è uno specchio cocteauiano, in cui l'attore può confrontare il proprio Io mortale con l'eterno Io di celluloide. L'intervento propone un inquadramento generale della definizione cocteauiana e quindi di indagare il caso di tre film in cui questa lettura ferale della macchina cinematografica è particolarmente evidente: Viale del Tramonto (Sunset Boulevard, Billy Wilder 1950), Che fine ha fatto Baby Jane? (What Ever Happened to Baby Jane?, Robert Aldrich, 1962) e Il Pistolero (The Shootist, Don Siegel, 1976). Tutti e tre i film, in modo più o meno marcato, sottolineano la morte al lavoro sulle rispettive star – Gloria Swanson, Bette Davis e John Wayne. Questi film, grazie all'inserto al loro interno di estratti di film precedenti, ripropongono l'eterna giovinezza conquistata sullo schermo dai divi di celluloide, ma al contempo mostrano l'inarrestabile invecchiamento a cui sono sottoposti fuori dallo schermo gli attori in carne e ossa. Ma i film stessi sono una illusione di eternità. La materia di cui sono fatti è estremamente fragile e instabile, come mostra la lotta spasmodica degli archivi e dei restauratori contro la morte al lavoro sui film. Anche il simulacro di celluloide è tutt'altro che eterno, come viene mostrato a livello stilistico in Grindhouse (Quentin Tarantino, 2007) – in cui vengono ricreati e volutamente esibiti i danni fisici che tipicamente le pellicole accumulano negli anni – e a livello tematico in (nostalgia) (Hollis Frampton, 1971) – film sperimentale che mostra la lenta distruzione di ritratti fotografici.
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